FALESIA DELL'AMOROTTO


Falesia dell'Amorotto
Scalelle di Monte Beccara (Civago RE)
950 m s.l.m.
 
 
 
Le Scalelle di Monte Beccara sono un suggestivo complesso roccioso appartenente alla Formazione delle Arenarie di Monte Cervarola. Costituiscono un imponente sistema di lastre, estese per centinaia di metri e spesse da pochi decimetri fino a qualche metro. Da lungo tempo queste lame bizzarre hanno attirato l'attenzione degli amanti della verticalità. Si racconta di tentativi sulle fessure sopra la galleria terminati con voli a sfiorare l'asfalto e i camion di passaggio; dei ragazzi di Gazzano che, finito di pescare, salivano per divertimento lo spigolo delle lame di roccia che si ergono sul Dolo fino alla Torre; di vecchi chiodi e cordini abbandonati qua e là sulle pareti dopo coraggiosi tentativi dal basso.
Ma è all'inizio degli anni novanta che Albertino e Roberta Ferrari iniziano a valorizzare gli scudi di arenaria dove si trovano le nostre vie, chiodando con spit a bussola (conficcati a mano, con mazzetta e piantaspit!) una dozzina d’itinerari. Negli anni successivi le vie sono state riattrezzate a più riprese con più moderni fix anche ad opera degli enti locali, rimpiazzando le catene rubate e aggiungendo un paio di linee (Giampaolo Simonini e Aleardo Menozzi, 2008 e 2015).
E' inutile dire che diverse sono le leggende sui tesori sepolti nei pressi della torre da Domenico d'Amorotto. Chi ne avesse voglia, tra un tiro e l'altro può sempre provare a cercare.
 
Accesso: A qualche chilometro dall'abitato di Civago, sulla strada provinciale SP 09 che conduce a Villa Minozzo, si trovano i suggestivi ruderi della "Torre dell'Amorotto"; parcheggiare l'auto nel piccolo spiazzo all'imbocco nord della galleria che passa proprio sotto la torre. Imboccare l'evidente sentiero a fianco delle rocce e seguire poi le indicazioni per la palestra di roccia. Arrivati a uno steccato girare a destra, dopo poche decine di metri si giunge alla base della falesia (3 min).
 
Esposizione e periodo d'arrampicata: Nonostante la falesia si trovi a circa mille metri di quota, l'esposizione a sud e il riparo dai freddi venti settentrionali fanno in modo che le giornate invernali siano piacevolmente tiepide, mentre quelle estive possano risultare un po' troppo calde.
 
Chiodatura: Tranne una parte dell'itinerario n° 1 (vecchi spit a bussola da 10 mm), tutte le vie sono chiodate a moderni fix di 10 mm. Se nessuno li ruba di nuovo, ogni via ha catena e moschettone di calata. Fare attenzione alla prima rinviata dopo la cengia!
 
Tipo di roccia: Si arrampica su una compatta arenaria macigno dalla bellissima aderenza. L'arrampicata è su placche quasi verticali, molto tecnica e di equilibrio. I movimenti a volte sono forzati da alcune prese scavate.
 
 
 
 
  1. Zauberberg - 7a+ 20 m (+7 m zoccolo) Parte in diedro per poi continuare in placca
  2. Implacabile 6c+ 20 m (+7 m zoccolo) Continuità di dita su magnifica placca, prese scavate
  3. Vota Panocia 6c 20 m (+7 m zoccolo) Inizio in dülfer, poi placca, poi fessura; non manca niente
  4. Frignano libero 6c+ 20m (+5 m zoccolo) Continuità di dita, bei movimenti
  5. Lamami 5b+ 20 m (+5 m zoccolo) Bei movimenti su buone prese
  6. La marcolfa 5c 12 m Risale il diedro leggermente obliquo con movimenti da inventare
  7. Cento schioppi 6b+ 12 m Difficoltà concentrate nella parte iniziale, prese scavate
  8. Montecuccoli 6b 12 m Movimenti obbligati su prese scavate
  9. Isolation 5C+ 10 m  Più facile sfruttando le rocce di sinistra
  10. Bancomat 6a+ 10 m  Placca delicata, prese scavate
  11. Fool of the Hills 5c 10 m  Partenza tutta da scoprire, poi più facile
  12. Ottogiugno 6a 12 m  Partenza con bella aderenza, poi movimenti delicati
  13. Gillette 5a 10 m  Risale il filo della lama di roccia con facili movimenti

Albertino Ferrari nell'inverno 1990/91 durante la prima spittatura, armato di mazzetta, piantaspit e... tanta pazienza. Alberto e sua moglie Roberta negli stessi anni hanno attrezzato diverse vie nella falesia di Varana. Di recente, sempre a Varana, hanno creato una ventina di nuove vie sulla parete nord, creando un bellissimo settore perfetto per le calde giornate estive.





 

IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre le vie ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.


VIA DELLE CUSPIDI

VIA DELLE CUSPIDI
Scalelle di Monte Beccara (Civago, Comune di Villa Minozzo, RE)
Sviluppo 185 m, 7 lunghezze, difficoltà max 5c, protezione S1/S2
950 m s.l.m., esposizione sud


Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentarie (arenarie di Monte Cervarola) hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia formano una complessa rete di pareti frastagliate e rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre). La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 150 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le Scalelle”.
La Via delle Cuspidi si sviluppa nell’ampia e complessa parete: pur essendo completamente spittata la via è “da trovare” perché si dipana tra rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso. L’uscita è su due caratteristiche cuspidi ben visibili anche da lontano che danno il nome alla via.
Occorre prestare la massima attenzione perché la roccia è un’arenaria che alterna tratti solidissimi e molto abrasivi - che la fanno assomigliare al granito - a tratti più fragili e affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti.

Materiale necessario. La via è completamente protetta a fix, quindi è sufficiente portare i rinvii. Occorre invece il materiale per allestire le soste in quanto queste sono su fix, senza catena. Utile una fettuccia per allungare una rinviata del terzo tiro. È assolutamente indispensabile il casco.

Accesso: Parcheggiare l’auto circa 500 metri a monte della galleria che passa sotto la Torre dell’Amorotto sulla strada provinciale SP 09 che da Civago conduce a Villa Minozzo, in corrispondenza di uno spiazzo con le indicazioni per una ferrata. Seguire in discesa il sentiero segnato con grandi macchie bianche sugli alberi finché non si raggiunge il torrente, proseguire verso valle per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi alla base della grande parete su cui si sviluppa la via.
L’attacco (in comune con la Via della Spada) è in corrispondenza di un diedrino, subito a destra della sezione di parete in cui la roccia è più liscia (scritta SPADA alla base). Tempo per raggiungere l’attacco circa 15 minuti.

Descrizione della via

La via condivide i primi due tiri con La Via della Spada: alla seconda sosta la nostra via prosegue dritta mentre la Via della Spada sale sulla placca appena a destra. Tempo 2,5/3 ore.

I TIRO 15m 4c (+5m di cengia)
Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva.

II TIRO 25m 5c
Si segue la bella fessura fino alla sosta successiva su un pulpito (attenzione: i primi fix sono in comune con un monotiro che però prosegue dritto mentre la via segue la fessura che piega a sinistra).

III TIRO 30m 5b
Salire in verticale dalla sosta e rinviare su un cordino sull’alberello (il fix che si trova sulla placca a destra è della Via della Spada). Salire il muro solcato da fessure facendo molta attenzione alle rocce smosse a destra, passare il caratteristico ponticello e salire il muretto soprastante. In corrispondenza di una sosta attraversare in orizzontale verso sinistra (attenzione: usare un rinvio molto lungo, meglio ancora un cordino, per evitare che la corda faccia poi attrito oppure fare sosta e spezzare il tiro in due), salire fino all’albero con cordino e attraversare di nuovo in orizzontale verso sinistra per una decina di metri fino alla sosta successiva alla base del muro soprastante.

IV TIRO 20m 5c
Salire in verticale la placca soprastante fino alla sosta successiva.

TRASFERIMENTO 25m
Tiro di trasferimento (togliere le scarpette). Puntare a un intaglio in alto a sinistra (fix visibile) e seguire la cengia verso sinistra stando radente la bellissima parete soprastante (possibilità di proteggersi su fix). Scendere leggermente seguendo la corda rossa fino a portarsi alla base di una rampa dove si trova la sosta successiva.

V TIRO 30m 5b (+10m cengia)
Salire la rampa e la successiva placca fino a portarsi sul terrazzino dove comincia la corda di corrimano. Proseguire sulla cengia verso sinistra per altri 10 metri fino a trovare la sosta successiva.

VI TIRO 20m 5b (+10m tratto ripido)
Salire lo strapiombetto ben ammanigliato, salire la bellissima fessura di roccia nera sfruttando anche i ceppi degli alberelli fino al suo termine. Usciti dalla parete con movimento delicato si risale il tratto ripido (fix sul masso a sinistra e cordino sull’albero in alto) fino alla sosta successiva sulle rocce in cima al tratto ripido.

VII TIRO 25m 5b
Salire la fessura in verticale, aggirare sulla destra il pulpito soprastante (fix) e portarsi alla base del muretto. Scalare il breve muretto e portarsi sotto la placca finale che si risale con bella arrampicata. Arrivati alla base delle cuspidi salire con facili passi alla sosta finale che si trova nella cuspide di desta.

Rientro. Scendere a destra dalle cuspidi e risalire il sentiero fino a una staccionata, proseguire verso sinistra oltrepassando la falesia dell'Amorotto. Proseguire sul sentiero che dopo poco risale fino alla strada asfaltata che riporta al parcheggio.

IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre la via ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.

VIA DELLA SPADA

Via della Spada
Scalelle di Monte Beccara (Civago, Comune di Villa Minozzo, RE)
Sviluppo 120 m, 6 lunghezze, difficoltà max 6a+, protezione S1/S2
930 m s.l.m., esposizione sud


Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le Scalelle” per questa parte basale del Monte Beccara.
La Via della Spada sale al centro dell’ampia parete con un percorso che cerca di sfruttare le zone in cui la roccia è più solida: questa arenaria presenta infatti tratti di colore nerastro, solidissimi e molto abrasivi, che la fanno assomigliare al granito mentre in altri tratti si osservano bancate più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro, affette da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione!

Materiale necessario. La via è completamente protetta a fix, quindi è sufficiente portare i rinvii. Occorre invece il materiale per allestire le soste in quanto queste sono su fix, senza catena. È assolutamente indispensabile il casco.

Accesso. Parcheggiare l’auto circa 400 metri a monte della galleria che passa sotto la Torre dell’Amorotto sulla strada provinciale SP 09 che da Villa Minozzo conduce a Civago, in corrispondenza di uno spiazzo con le indicazioni per una ferrata. Seguire in discesa il sentiero segnato con grandi macchie bianche sugli alberi finché non si raggiunge il torrente, proseguire verso valle per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi alla base della grande parete su cui si sviluppa la via. L’attacco è in corrispondenza di un diedrino, subito a destra della sezione di parete in cui la roccia è più liscia (scritta alla base). Tempo per raggiugere l’attacco circa 15 minuti.

Descrizione della via

I TIRO 15m 4c (+5m di cengia)
Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva.

II TIRO 25m 5c
Si segue la bella fessura fino alla sosta successiva su un pulpito (attenzione: i primi fix sono in comune con un monotiro che però prosegue dritto mentre la via segue la fessura che piega a sinistra).

III TIRO 15m 4c (evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno)
Salire dal pulpito e rinviare sul fix a destra sulla placca. Proseguire su roccia lavorata fino al terrazzino panoramico della sosta (attenzione: dalla sosta sul pulpito parte anche il terzo tiro della Via delle Cuspidi che sale dritto).

IV 30m 4c (+tratto di bosco ripido)
Scalare la placca di roccia lavorata fino a una cengetta e, facendo attenzione alla roccia friabile, salire la breve fessura soprastante. A questo punto bisogna risalire più o meno dritti il boschetto facendosi guidare da alcuni cordini sugli alberi e da un fix, fino a giungere alla base della parete verticale dove si trovano i due fix di sosta.

V TIRO 25m 6a+
Salire a destra l’esile rampetta e scalare la fessura fin sotto a una fascia aggettante. Spostarsi decisamente verso destra su questa specie di cornicione e proseguire verso sinistra in fessura fin sotto il tetto incombente. A questo punto (fix ravvicinati) infilarsi nel camino con passo delicato sfruttando una presa non visibile sul suo lato sinistro.

VI TIRO 10m 4b (evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno)
Risalire la rampa fino alla sosta finale con catena.

Rientro. Risalire verso sinistra seguendo il grosso cavo della ferrata fino al suo termine. Salire fino a una staccionata e proseguire verso sinistra oltrepassando la falesia dell'Amorotto. Proseguire sul sentiero che dopo poco risale fino alla strada asfaltata che riporta al parcheggio.

Nota. Dopo il crollo avvenuto qualche anno fa (crollo che ha cambiato parzialmente la configurazione del tracciato nei primi due tiri), ora la via risulta nuovamente percorribile grazie al lavoro delle guide alpine White&Blue che hanno eseguito grossi lavori di disgaggio per la realizzazione della falesia.

IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre la via ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.

VIA LAMA DEL DOLO

Via Lama del Dolo
Scalelle di Monte Beccara (Civago, Comune di Villa Minozzo, RE)
Sviluppo 140 m, difficoltà max 6a, protezione S2
930 m s.l.m., esposizione sud/est

La via Lama del Dolo percorre il filo sommitale di un imponente lastrone di arenaria che s’innalza, quasi verticale, dalle rive del Torrente Dolo. La zona è ricca di spettacolari bancate di rocce stratificate (arenarie di Cervarola) che in seguito ad un movimento di sollevamento hanno acquisito una giacitura pressoché verticale. La qualità della roccia è nel complesso discreta: ci sono interi tratti solidissimi e abrasivi, ma non mancano massi instabili anche molto grossi ai quali occorre prestare la massima attenzione.
Se si presta fede alle voci dei residenti di Gazzano, la via era percorsa dai ragazzi del posto già negli anni settanta. Erano presenti alcuni chiodi che fanno ipotizzarne la sua frequentazione alpinistica ma la prima salita dal basso documentata è stata compiuta dalla cordata Montanari-Vaccari nel 2003.
N.B. Purtroppo ora il penultimo tiro della via si intreccia col percorso di una ferrata, tracciata successivamente. Occorre pertanto prestare attenzione e proteggersi sulle attrezzature della ferrata stessa.

Materiale necessario. La via è attrezzata a fix: nei tratti più impegnativi la distanza tra le protezioni è quasi da falesia, in quelli più semplici la chiodatura si allunga (possono risultare utili protezioni veloci a dadi e camme). Le soste sono su due fix senza catena.

Accesso. Parcheggiare l’auto circa 500 metri a monte della galleria che passa sotto la Torre dell’Amorotto sulla strada provinciale SP 09 che da Civago conduce a Villa Minozzo, in corrispondenza di uno spiazzo con le indicazioni per una ferrata. Seguire in discesa il sentiero segnato con grandi macchie bianche sugli alberi finché non si raggiunge il torrente, proseguire verso valle per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi alla base della grande parete. Ci si sposta sulla sponda opposta (destra) e si continua fino alla successiva ansa verso sinistra dove si attraversa di nuovo il torrente. Si sale per qualche metro il boschetto d’argine fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.).

Descrizione della via

I TIRO
Si sale l’evidente diedro facendo attenzione alle rocce lamellari piuttosto friabili sulla sinistra. Dopo pochi passi, conviene abbandonare il diedro e spostarsi sulla solida e abrasiva arenaria nerastra della parete di destra (5b), 3 fix. Successivamente la via si articola tra scavalcamenti di blocchi di arenaria e tratti erbosi (4b, 2 fix). Si giunge alla prima sosta nei pressi di una piccola piazzola con un grosso spuntone (5b, 4b), 5 fix, 30 m
 
II TIRO
Si sale un breve tratto appoggiato (4b), 1 fix, che conduce ad un vasto spiazzo; si procede ancora per una decina di metri superando un altro salto (4b), 1 fix, fino a giungere ad un altro spiazzo, più piccolo, proprio all’attacco di un bel pinnacolo appuntito alla cui base è collocata la seconda sosta (4b), 3 fix , 25 m
 
III TIRO
Si sale per circa 4 m in tecnica Dülfer, sfruttando una crepa (5c), 2 fix, poi su placca e dopo un movimento delicato si esce a sinistra della cuspide (5b), 2 fix. Si giunge ad un tratto orizzontale (1 fix) e si raggiunge la terza sosta (5c, 5b), 5 fix, 15 m
 
IV TIRO
Si attacca un secondo pinnacolo, non difficile ma molto friabile se si resta sul filo, a causa di grossi massi pericolanti. Conviene attraversare a sinistra in traverso esposto per circa tre metri, e risalire in placca il pinnacolo, dando le spalle al Dolo (4b), 4 fix. Si raggiunge di nuovo il filo su un piano inclinato a circa 65° (1 fix), per arrivare ad un passaggio delicato su roccia friabile (5b), 1 fix, che consente di sormontare definitivamente il pinnacolo. Arrivati alla sua sommità, un ulteriore tratto orizzontale (1 fix) porta alla quarta sosta, ricavata sulla parete di un caratteristico pilastro a parallelepipedo fessurato, alto circa 3 m (4b, 5b), 7 fix, 30 m
 
V TIRO
Con una facile progressione (3c), 1 fix, si scavalcano grossi massi ed una forcelletta in cui si debbono appoggiare i piedi su grossi macigni instabili (attenzione!), per poi risalire ad una piazzola proprio sotto l’ultimo strappo (3c), 1 fix, 15 m
 
VI TIRO
Si sale l’ultimo pinnacolo con una bella e delicata arrampicata in placca, sfruttando per l'uscita i bordi del lastrone e dei caratteristici buchi a conca (6a), 4 fix. Giunti alla cima della cuspide si trova una catena nuova, non si sosta ma si continua su un facile tratto inclinato a 20° (protezione possibile su un arbusto di biancospino) fino alla sosta finale a 905 m s.l.m. (6a), 4 fix, 25 m
 
Rientro. Seguire il grosso cavo della ferrata fino al suo termine. Salire fino a una staccionata e proseguire verso sinistra oltrepassando la falesia dell'Amorotto. Proseguire sul sentiero che dopo poco risale fino alla strada asfaltata che riporta al parcheggio.

IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre la via ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.

IL CATALOGO E' QUESTO!


TUTTI (MA PROPRIO TUTTI) I LUOGHI DELL’ARRAMPICATA IN PROVINCIA DI MODENA E REGGIO EMILIA


Stiamo cercando di stilare un elenco dei luoghi dell'arrampicata nelle provincie di Modena e Reggio Emilia. L'elenco vuole essere sintetico ma il più completo possibile. Per ora, non prendiamo in considerazione gli itinerari invernali e i siti boulder; quindi soltanto vie d'arrampicata di più tiri, monotiri e... tentativi ed abbozzi.


Se avete segnalazioni mandate, per piacere, una mail all'indirizzo appenninisti@gmail.com










MODENA (E VAL DI LUCE)


Varana piccola ma preziosa falesia di Ofiolite
Muschioso storica falesia su arenaria, oggi quasi in abbandono
Sassi di Rocca Malatina diverse vie di più tiri, oggi vige il divieto di arrampicata
Falesia alta del lago Baccio alcuni monotiri di una ventina di metri su un contrafforte alla base dell'Altaretto
Falesia bassa del lago Baccio alcuni monotiri di pochi metri su un masso vicino al Lago
Sassoguidano falesia di una dozzina di tiri su arenaria ove vige il divieto di arrampicata
Ospitale quattro o cinque monotiri sulla strada che da Fanano porta ad Ospitale
Le Canappe mini falesia con cinque tiri su uno sperone di roccia alla confluenza del Rio Damiano con il torrente Ospitale.
Ospitale vecchia cava di arenaria tra Fanano ed Ospitale, un singolo fix
Calvanella vecchia cava di arenaria nel versante verso Canevare, qualche fix
Sasso della Capra monolite alto 7/8 metri, in cima ci sono un chiodo e uno spit
Cresta del Gallo tre vie su un pilastro alto 6/7 metri
Rotari placca sotto al Monte Modino
Montalto falesia progettata e mai realizzata su stratificazioni di arenaria a spanci
Sasso Cerparo (Valle dello Scoltenna) sulla cima anelli di calata. Roccia marcissima.
Sasso della Strega monolite di calcare, ci sono alcuni vecchi chiodi
Pompeano via alpinistica di più tiri su terreno privato
Sassomorello diverse vie di più tiri e alcuni monotiri su roccia di dubbia qualità
Rocca Pelago avvistati alcuni spit
Ofioliti della Val Dragone una via di più tiri e alcuni vecchi spit
Monte Calvario via di più tiri a fix
Altaretto tre vie sulla cresta sud est
Finestra del Rondinaio una via sul pilastro di sinistra
Rondinaio Lombardo via di più tiri su roccia precaria
Monte Gomito alcuni itinerari sull'antecima Ovest


REGGIO EMILIA (E VALLONE DELL'INFERNO)

Bismantova la regina dell'Appennino
Torre di Valbona bella falesia di buona arenaria, alcune vie di 2 tiri
Amorotto falesia su una bella placca di arenaria, ben spittata. Alcuni monotiri anche sopra la galleria, lato Civago
Scalelle di Monte Beccara Civago tre vie lunghe, una falesia di una quindicina di tiri e diversi tentativi sulla parete che sovrasta il torrente Dolo
La Stallaccia falesia con una ventina di vie alcune a picco sul torrente Dolo altre su cengia
Monte Ca' di Viola qualche monotiro su uno sperone di arenaria di Bismantova
Falesie del Monte La Nuda vari settori: Antipasto, Spit Misterioso, Superdiedro, Tanto per Gradire, Scaldamuscoli, Borgobello e 5 Torri, Becco dell'Aquila
Passo del Cerreto, La Cava di Schiocc antica cava di arenaria a strati, tiri di pochi metri abbastanza impegnativi
Falesia del Bivacco Rosaro alcuni brevi monotiri in prossimità del Bivacco Rosaro
Gendarme della Nuda molte vie storiche (fino a 80 m) pelopiù su vecchi chiodi e spit
Sentinella del Gendarme via alpinistica di due tiri
Scalocchio via alpinistica su roccia instabile
Monte Cipolla alcune vie alpinistiche sulla conca della Bargetana
Monte Prado via alpinistica di quattro tiri
Sassofratto alcuni tentativi e chiodi sparsi
Monte Valestra una via lunga e alcuni tentativi; roccia molto scadente
Monte Gazzo alcuni monotiri su arenaria gialla poco consistente, una via di due tiri da finire e liberare
Rossenella alcuni monotiri su roccia di dubbia qualità
Pandisa San Vitale falesia con una ventina di tiri
San Leonardo tre monotiri facili su una breve placca appoggiata nei pressi del rifugio
Punta Buffanaro tre facili vie di 7/8 tiri con molti massi instabili
Monteorsaro sul sentiero che conduce al Monte Prampa, alcuni monotiri didattici su un masso di arenaria

Un grazie alle segnalazioni di Fabio Montorsi e Matteo Spalanzani

TRACCE DI MAGNESITE

PICCOLO CENSIMENTO DEI BLOCCHI IN PROVINCIA DI MODENA E REGGIO EMILIA (E VALLONE DELL'INFERNO)

Ecco un tentativo di censimento dei luoghi dove è possibile praticare il "bouldering" in provincia di Modena e Reggio Emilia (con la solita appendice del Vallone dell'Inferno).

Qualsiasi contributo e segnalazione è ben accetto. Il nostro indirizzo mail è appenninisti@gmail.com




Ceriola sito boulder a cinque stelle, è disponibile una guida
La Pietra di Bismantova offre un discreto numero di problemi, descritti su varie guide
Massi tra Lago Baccio e Rondinaio ambiente incantato, sono disponibili informazioni in rete
Masso sopra Lago Santo
Massi sul Torrente Dolo all'altezza di Case Cattalini
Vari massi a fianco del secondo tronco della seggiovia del Cimoncino, c'è anche un highball
Cava nella valle dell'Ospitale
Nel Vallone dell'Inferno ci sono vari massi sul sentiero che sale al Bivacco Rosaro e altri sotto al Gendarme
Massi sparsi da Succiso verso il Rifugio Citta di Sarzana
Grossi massi alle Sorgenti del Secchia
A Varana ci sono alcuni problemi a fianco della fontanella

Un ringraziamento alle segnalazioni di Luca Ferri