Via della Spada
Scalelle di Monte Beccara (Civago, Comune di Villa Minozzo, RE)
Sviluppo 120 m, 6 lunghezze, difficoltà max 6a+, protezione S1/S2
930 m s.l.m., esposizione sud
Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le Scalelle” per questa parte basale del Monte Beccara.
La Via della Spada sale al centro dell’ampia parete con un percorso che cerca di sfruttare le zone in cui la roccia è più solida: questa arenaria presenta infatti tratti di colore nerastro, solidissimi e molto abrasivi, che la fanno assomigliare al granito mentre in altri tratti si osservano bancate più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro, affette da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione!
Materiale necessario. La via è completamente protetta a fix, quindi è sufficiente portare i rinvii. Occorre invece il materiale per allestire le soste in quanto queste sono su fix, senza catena. È assolutamente indispensabile il casco.
Accesso. Parcheggiare l’auto circa 400 metri a monte della galleria che passa sotto la Torre dell’Amorotto sulla strada provinciale SP 09 che da Villa Minozzo conduce a Civago, in corrispondenza di uno spiazzo con le indicazioni per una ferrata. Seguire in discesa il sentiero segnato con grandi macchie bianche sugli alberi finché non si raggiunge il torrente, proseguire verso valle per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi alla base della grande parete su cui si sviluppa la via. L’attacco è in corrispondenza di un diedrino, subito a destra della sezione di parete in cui la roccia è più liscia (scritta alla base). Tempo per raggiugere l’attacco circa 15 minuti.
Descrizione della via
I TIRO 15m 4c (+5m di cengia)
Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva.
II TIRO 25m 5c
Si segue la bella fessura fino alla sosta successiva su un pulpito (attenzione: i primi fix sono in comune con un monotiro che però prosegue dritto mentre la via segue la fessura che piega a sinistra).
III TIRO 15m 4c (evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno)
III TIRO 15m 4c (evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno)
Salire dal pulpito e rinviare sul fix a destra sulla placca. Proseguire su roccia lavorata fino al terrazzino panoramico della sosta (attenzione: dalla sosta sul pulpito parte anche il terzo tiro della Via delle Cuspidi che sale dritto).
IV 30m 4c (+tratto di bosco ripido)
IV 30m 4c (+tratto di bosco ripido)
Scalare la placca di roccia lavorata fino a una cengetta e, facendo attenzione alla roccia friabile, salire la breve fessura soprastante. A questo punto bisogna risalire più o meno dritti il boschetto facendosi guidare da alcuni cordini sugli alberi e da un fix, fino a giungere alla base della parete verticale dove si trovano i due fix di sosta.
V TIRO 25m 6a+
Salire a destra l’esile rampetta e scalare la fessura fin sotto a una fascia aggettante. Spostarsi decisamente verso destra su questa specie di cornicione e proseguire verso sinistra in fessura fin sotto il tetto incombente. A questo punto (fix ravvicinati) infilarsi nel camino con passo delicato sfruttando una presa non visibile sul suo lato sinistro.
VI TIRO 10m 4b (evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno)
Risalire la rampa fino alla sosta finale con catena.
Risalire la rampa fino alla sosta finale con catena.
Rientro. Risalire verso sinistra seguendo il grosso cavo della ferrata fino al suo termine. Salire fino a una staccionata e proseguire verso sinistra oltrepassando la falesia dell'Amorotto. Proseguire sul sentiero che dopo poco risale fino alla strada asfaltata che riporta al parcheggio.
Nota. Dopo il crollo avvenuto qualche anno fa (crollo che ha cambiato parzialmente la configurazione del tracciato nei primi due tiri), ora la via risulta nuovamente percorribile grazie al lavoro delle guide alpine White&Blue che hanno eseguito grossi lavori di disgaggio per la realizzazione della falesia.
IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre la via ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.