VIA DELLE CUSPIDI
Scalelle di Monte Beccara (Civago, Comune di Villa Minozzo, RE)
Sviluppo 185 m, 7 lunghezze, difficoltà max 5c, protezione S1/S2
950 m s.l.m., esposizione sud
Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentarie (arenarie di Monte Cervarola) hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia formano una complessa rete di pareti frastagliate e rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre). La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 150 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le Scalelle”.
La Via delle Cuspidi si sviluppa nell’ampia e complessa parete: pur essendo completamente spittata la via è “da trovare” perché si dipana tra rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso. L’uscita è su due caratteristiche cuspidi ben visibili anche da lontano che danno il nome alla via.
Occorre prestare la massima attenzione perché la roccia è un’arenaria che alterna tratti solidissimi e molto abrasivi - che la fanno assomigliare al granito - a tratti più fragili e affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti.
Materiale necessario. La via è completamente protetta a fix, quindi è sufficiente portare i rinvii. Occorre invece il materiale per allestire le soste in quanto queste sono su fix, senza catena. Utile una fettuccia per allungare una rinviata del terzo tiro. È assolutamente indispensabile il casco.
Accesso: Parcheggiare l’auto circa 500 metri a monte della galleria che passa sotto la Torre dell’Amorotto sulla strada provinciale SP 09 che da Civago conduce a Villa Minozzo, in corrispondenza di uno spiazzo con le indicazioni per una ferrata. Seguire in discesa il sentiero segnato con grandi macchie bianche sugli alberi finché non si raggiunge il torrente, proseguire verso valle per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi alla base della grande parete su cui si sviluppa la via.
L’attacco (in comune con la Via della Spada) è in corrispondenza di un diedrino, subito a destra della sezione di parete in cui la roccia è più liscia (scritta SPADA alla base). Tempo per raggiungere l’attacco circa 15 minuti.
Descrizione della via
La via condivide i primi due tiri con La Via della Spada: alla seconda sosta la nostra via prosegue dritta mentre la Via della Spada sale sulla placca appena a destra. Tempo 2,5/3 ore.
I TIRO 15m 4c (+5m di cengia)
Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva.
II TIRO 25m 5c
Si segue la bella fessura fino alla sosta successiva su un pulpito (attenzione: i primi fix sono in comune con un monotiro che però prosegue dritto mentre la via segue la fessura che piega a sinistra).
III TIRO 30m 5b
Salire in verticale dalla sosta e rinviare su un cordino sull’alberello (il fix che si trova sulla placca a destra è della Via della Spada). Salire il muro solcato da fessure facendo molta attenzione alle rocce smosse a destra, passare il caratteristico ponticello e salire il muretto soprastante. In corrispondenza di una sosta attraversare in orizzontale verso sinistra (attenzione: usare un rinvio molto lungo, meglio ancora un cordino, per evitare che la corda faccia poi attrito oppure fare sosta e spezzare il tiro in due), salire fino all’albero con cordino e attraversare di nuovo in orizzontale verso sinistra per una decina di metri fino alla sosta successiva alla base del muro soprastante.
IV TIRO 20m 5c
Salire in verticale la placca soprastante fino alla sosta successiva.
TRASFERIMENTO 25m
Tiro di trasferimento (togliere le scarpette). Puntare a un intaglio in alto a sinistra (fix visibile) e seguire la cengia verso sinistra stando radente la bellissima parete soprastante (possibilità di proteggersi su fix). Scendere leggermente seguendo la corda rossa fino a portarsi alla base di una rampa dove si trova la sosta successiva.
V TIRO 30m 5b (+10m cengia)
Salire la rampa e la successiva placca fino a portarsi sul terrazzino dove comincia la corda di corrimano. Proseguire sulla cengia verso sinistra per altri 10 metri fino a trovare la sosta successiva.
VI TIRO 20m 5b (+10m tratto ripido)
Salire lo strapiombetto ben ammanigliato, salire la bellissima fessura di roccia nera sfruttando anche i ceppi degli alberelli fino al suo termine. Usciti dalla parete con movimento delicato si risale il tratto ripido (fix sul masso a sinistra e cordino sull’albero in alto) fino alla sosta successiva sulle rocce in cima al tratto ripido.
VII TIRO 25m 5b
Salire la fessura in verticale, aggirare sulla destra il pulpito soprastante (fix) e portarsi alla base del muretto. Scalare il breve muretto e portarsi sotto la placca finale che si risale con bella arrampicata. Arrivati alla base delle cuspidi salire con facili passi alla sosta finale che si trova nella cuspide di desta.
Rientro. Scendere a destra dalle cuspidi e risalire il sentiero fino a una staccionata, proseguire verso sinistra oltrepassando la falesia dell'Amorotto. Proseguire sul sentiero che dopo poco risale fino alla strada asfaltata che riporta al parcheggio.
IMPORTANTE: Si ricorda che l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa e chi la pratica lo fa a proprio rischio e pericolo. Chi deciderà di percorrere le vie lo farà quindi sotto la propria esclusiva responsabilità. La solidità di roccia e ancoraggi non è presidiata da nessuno pertanto chi percorre la via ne deve verificare in prima persona l'adeguatezza assumendo per sé e per gli altri ogni responsabilità.